Forse non tutti sanno che per qualche tempo, precisamente fino alla metà del XVIII secolo, a Pisa era costume iniziare il nuovo anno il 25 marzo: è il cosiddetto Capodanno Pisano, che deriva dall’uso di seguire un particolare calendario, tipico della città toscana: è il Calendario Pisano, chiamato anche “Stile dell’Incarnazione al modo pisano” o semplicemente “stile pisano”.
La differenza con il nostro attuale calendario e con quello usato nel resto dell’Italia è che il Calendario Pisano era in anticipo di ben nove mesi e sette giorni rispetto al nostro attuale calendario, il Calendario Gregoriano, detto “stile moderno” o “stile della Circoncisione”, nel quale l’inizio del nuovo anno è fissato, come tutti sanno, al 1 gennaio.
Ma da dove nasce l’uso di far iniziare a Pisa il nuovo anno il 25 marzo?
Dobbiamo far riferimento a un’usanza che affonda le sue radici nella storia dell’Antica Roma e nella tradizione delle “calende di marzo”, che per i Romani coincidevano con l’inizio dell’anno. La parola “calenda” (da cui viene “calendario”) sta a indicare il primo giorno di ogni mese, appunto.
Se per i Romani il nuovo anno iniziava a marzo per ragioni “naturali”, legate al mese lunare e alla rinascita della natura, per i Pisani che nel X secolo decisero di dotarsi di un proprio calendario (com’era costume fra le neonate libere Repubbliche e i liberi Comuni) le ragioni furono legate alla religione.
Il Cristianesimo aveva profondamente cambiato il volto di usi e costumi dell’Italia, incidendo nel profondo sulla storia della cultura della penisola: il 25 dicembre è fissata come la data in cui nasce Gesù Cristo e, seguendo questo principio, i Pisani decidono di far iniziare il loro anno dal giorno dell’Annunciazione, e quindi dell’Incarnazione, del Salvatore, nove mesi prima, appunto: il 25 marzo.
L’inizio dell’anno pisano è dunque collegato a una festività tipicamente cristiana ma che ha forti elementi pagani: a marzo la natura si risveglia, l’equinozio di primavera è il momento di passaggio dal gelido inverno alla dolcezza della bella stagione, che porta sollievo, il rinverdire della terra, la salvezza per i suoi abitanti.
Esattamente come i Romani, che vedevano nell’inizio del nuovo anno, il ritorno alla vita e il risveglio della natura, i Pisani vedono nel loro Capodanno il concepimento di Gesù, salvezza degli uomini, accompagnato dal risvegliarsi della natura, la base stessa della sopravvivenza umana.
Dunque, il Capodanno Pisano segna l’inizio di un nuovo anno che inizia il 25 marzo e si conclude il 24 marzo successivo. Pisa non fu l’unica città ad adottare questo calendario che divenne tipico anche dei territori sotto l’egemonia della Repubblica Marinara: da Civitavecchia fino ad arrivare a Costantinopoli.
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La tradizione del Capodanno a Pisa, il Duomo e l’orologio solare
Come spesso accade nelle tradizioni più antiche, che conservano un intimo legame con la natura e il trascorrere del tempo, l’anno pisano era scandito da un orologio solare: nel Duomo di Pisa un raggio di sole entrava dalla Finestra Aurea e colpiva l’altare maggiore a mezzogiorno, era questo l’inizio dell’Anno Pisano. Oggi dell’orologio solare del Duomo non resta granché: i rifacimenti della cattedrale pisana nel XVII ne hanno cancellato ogni traccia.
Nel tempo, il Calendario Pisano fu abbandonato, precisamente dal 20 novembre del 1749, giorno in cui il granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena decise di abolire lo stile pisano per far adattare la regione al calendario in uso nel resto d’Italia, quello Gregoriano, facendo cominciare l’anno il 1 gennaio, appunto.
Da quel giorno tutta la Toscana ha iniziato a contare i giorni del nuovo anno dal 1 gennaio, eppure secoli dopo, la tradizione del Capodanno Pisano è tornata a vivere, come rievocazione del passato di gloria, cultura, arte che ha segnato profondamente la città toscana.
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La riscoperta del Capodanno Pisano: dagli anni ’80 a oggi
Verso la fine degli anni ’80 la spinta al recupero delle antiche tradizioni e del folklore dona nuova vita a questa particolarità tutta toscana: l’idea del Capodanno Pisano è stata recuperata in quegli anni e la sua celebrazione affidata dalla città di Pisa dal 2000.
Nel frattempo, tra XIX e XX secolo, anche il meccanismo dell’orologio solare è stato ripristinato; la finestra aurea non è quella originale ma un’altra e il bersaglio colpito dal raggio di sole è stato spostato, ma il principio resta lo stesso: a mezzogiorno esatto, un raggio di sole colpisce una piccola mensola a forma di uovo e il Capodanno Pisano ha, così, inizio, e Pisa entra ufficialmente nel nuovo anno con ben nove mesi e sette giorni di anticipo rispetto al resto del mondo.
Gli eventi organizzati in occasione del Capodanno Pisano, oggi, sono moltissimi e il calendario è ricco e affascinante e, ogni anno, attira moltissimi turisti, incuriositi da questa antica e suggestiva tradizione che li accompagna nella riscoperta delle origini di Pisa, attraverso usi e costumi che affondano le loro radici nell’antichità.
Anche per il 2020, il Comune di Pisa ha organizzato un Capodanno ricchissimo di eventi imperdibili per chiunque decida di partecipare.
I festeggiamenti iniziano qualche giorno prima, si parte dal 23 marzo e si va avanti fino al 25 marzo, quando a mezzogiorno in punto, il corteo storico e di fedeli arriva al Duomo e assiste all’annuale evento durante il quale un raggio di sole, attraversando una finestra rotonda nella facciata della cattedrale, colpisce una piccola mensa a forma di uovo posta in corrispondenza del pergamo di Giovanni Pisano, ossia il pulpito scolpito, fra il 1301 e il 1310, dal grande scultore e architetto toscano, originario della città, uno dei suoi massimi capolavori.
È a questo punto che il Primo Cittadino dichiarerà con solennità: “A maggior Gloria di Dio, invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San Ranieri, nostro Patrono, salutiamo l’anno 2021.”
Il Capodanno Pisano è un’occasione unica per celebrare anche l’arte e la cultura della Repubblica Marinara con convegni e conferenze che raccontano la Pisa del passato, dimostrazioni di tiro con l’arco, balestra, scherma medievale e rievocazioni storiche che mettono in scena assalti a fortezze, la vita in un accampamento militare, balli e canti medievali e lo spettacolo degli sbandieratori pisani, uno dei simboli della città.
Quest’anno il Capodanno cade di sabato, si prevede dunque un lungo weekend di storia, arte e cultura di cui la Repubblica Marinara è ricchissima.
I turisti che decideranno di recarsi a Pisa in questo periodo avranno la possibilità di scoprire le antiche vestigia della città in quattro bellissimi itinerari turistici (le visite guidate sono gratuite) che li condurranno alla scoperta dei quartieri storici di Pisa e del fascino delle mura della città.
Per gli appassionati di arte, il weekend dedicato al Capodanno Pisano è anche l’occasione di visitare a un prezzo speciale, convenzionato con la festa, la Mostra in atto agli Arsenali Repubblicani dedicata a Bosch, Brueghel e Arcimboldo.
E, parlando di Toscana e di Pisa, non si può fare a meno di considerare la ricchissima tradizione culinaria che attira ogni anno una moltitudine di turisti: il vantaggio di visitare Pisa durante il Capodanno Pisano è anche la possibilità di una scelta gastronomica ancora più ampia del solito, che valorizza i menù in stile pisano, proposti da diversi ristoranti della città.
Insomma, al tour storico-artistico si aggiunge quello eno-gastronomico: tutti gli aspetti della cultura pisana sono svelati e valorizzati durante un evento che ha luogo una volta l’anno e che è il simbolo più bello e importante della storia di Pisa.